Le difficoltà anche solo temporanee possono mettere in profonda crisi una famiglia oppure un’azienda, uno studio legale o in generale i professionisti con partita Iva. Per aiutare coloro che potrebbero superare il momento difficile con delle somme molto modeste, purché ottenute nei tempi giusti e necessari, da qualche anno è nato il microcredito che viene erogato con finalità sociali o di avvio di un’attività.
Questa tipologia di prestiti può essere proposta sia da alcune regioni che attraverso finanziamenti personali che prevedono importi molto contenuti. Oggi infatti si parla di microprestito quando la società finanziatrice prevede l’erogazione di una somma che non superi i 1500 o 2000 euro, abbassando ulteriormente la soglia da quello che è convenzionalmente considerato un piccolo prestito (inteso normalmente fino ad un massimo di 5000 euro).
Tuttavia gli importi massimi richiedibili sono molto diversi a seconda che si tratti di un mini prestito per privati o per aziende, se viene richiesto a banche, Poste e società finanziarie oppure se necessita un accesso a specifici fondi appositamente stanziati (come il caso della Regione Puglia).
A differenza del microcredito, il microprestito è di norma accessibile solo rivolgendosi a Istituti di credito. Ciò porta a una serie di conseguenze che possiamo riassumere in:
Quindi nel caso del microprestito destinato a privati non abbiamo una situazione “tipo”. Si dovrà cercare nell’offerta delle varie banche e vedere la proposta che sembra più vicina alle proprie esigenze e che risulta essere anche la più facile come accesso. Questo aspetto, a sua volta, varia a seconda di una richiesta online, tramite l’aiuto di un consulente dedicato, se fatta presso una filiale in cui si ha una certa storia bancaria, ecc.
Tale esperienza diretta deve obbligatoriamente puntare a valutare le condizioni economiche ufficiali, così come emergono da un preventivo oppure attraverso le valutazioni di fattibilità prodotte da ciascuna struttura alla quale ci si è rivolti (ricordando che una fattibilità positiva comunque non garantisce che il finanziamento venga concesso al 100%).
Tra le società più attive nella proposta di miniprestiti troviamo Compass, che ha un prodotto specifico, che si chiama Minicredito Compass, e che permette di ottenere fino a 1500 euro. Il funzionamento in realtà non è di un vero e proprio “prestito” quanto piuttosto della concessione di una linea di fido che va rimborsata con rate fisse da 50 o 100 euro atte a ripristinare la parte di fido già utilizzata. Quindi alla base troviamo una linea di credito disponibile fino a quando non si esaurisce tutto il plafond (fino al suo progressivo ripristino) o fino a quando il contratto non viene interrotto (Data rilevazione: 17/09/2017 – Fonte: Foglio informativo sito Compass).
Sulla base di questo sistema, sempre tramite la convenzione con Compass, Poste Italiane ha inizialmente lanciato il miniprestito Supercash che era disponibile in tre misure, da 500, da 750 e da 1500 euro. Questo prodotto è stato sostituito dal Mini Prestito Bancoposta, che ha ripreso alcuni aspetti condivisi con la Supercash, a partire dalle tre taglie, che però sono diventate molto più larghe, essendo salite a 1000, 2000 e 3000 euro. Un altro cambio si è avuto per la durata di rimborso, prima legata all’importo richiesto, ora fissata a 22 mensilità (Data rilevazione: 17/09/2017 – Fonte: sito Poste Italiane). E’ rimasto l’accordo con Compass che vede in quest’ultima concentrata la funzione di valutazione, approvazione ed erogazione mentre alle poste è riservato il ruolo di “collocatore”.
Chi ha bisogno di una piccola somma per aiutare la propria azienda in un momento di difficoltà si può trovare davanti a due possibili alternative: una privata e una pubblica. Per il primo caso non ci sono grandi differenze rispetto alla strada seguita da un privato, anche se ovviamente la tipologia di prestito e l’importo devono essere adeguati allo svolgimento dell’attività stessa.
Per questo soprattutto le principali banche prevedono delle linee di prodotti dedicate e personalizzate in funzione delle “caratteristiche” dell’azienda stessa, guardando alle dimensioni (ad esempio numero di dipendenti e volume di affari), al tipo di attività svolta (soprattutto se ha carattere stagionale o non) e al settore di appartenenza. Di norma i prodotti sono più o meno personalizzabili, e nella fase di ricerca delle varie alternative si dovrebbe considerare anche questo aspetto.
Tuttavia le banche preferiscono proporre più la forma dello scoperto bancario che non un vero e proprio “miniprestito”. La sua classificazione è inoltre molto complessa vista la grande varietà di variabili che vanno considerate sia per una sola banca che per più banche messe a confronto.
L’altra soluzione è quella del miniprestito o minicredito accessibile tramite i bandi che possono essere messi a disposizioni dalle Regioni di appartenenza. Qui troviamo un primo limite, dovuto al fatto che si può farne richiesta solo se si appartiene ad una Regione che ne ha previsto lo stanziamento e ne ha approvato il regolamento perché il bando diventi operativo.
Tra le Regioni più attive troviamo la Regione Puglia, che ha fatto uno stanziamento di un fondo di 52 milioni di euro, che prevede la possibilità di poter richiedere una somma compresa tra i 5000 euro ed i 25000 euro. La richiesta può essere fatta sia dalle aziende che dai liberi professionisti con partita Iva (la durata massima di restituzione è stata fissata a 60 rate). Per poter accedere a questa misura di “urgenza” è logicamente necessario avere dei requisiti ben specifici, e soprattutto non aver ottenuto determinati risultati con lo svolgimento della propria attività (Data rilevazione: 17/09/2017 – Fonte: SistemaPuglia/Regione Puglia).
Altre Regioni periodicamente fanno stanziamenti con degli obiettivi simili, ma stabilendo le condizioni di accesso, i requisiti e le cause di esclusione sulla base delle considerazioni legate alla propria realtà locale. Quindi se si sta cercando una soluzione simile, con tassi molto bassi o addirittura nulli, è indispensabile rivolgersi agli uffici preposti della propria regione oppure andare sul sito ufficiale della regione stessa.
E’ possibile reperire informazioni anche presso le associazioni di categoria a cui si appartiene o tramite consulenti, soprattutto se si hanno difficoltà ad orientarsi in un settore che non sempre brilla per una comunicazione chiara e diretta.