Guida pratica alla destinazione dell’ 8 x 1000

I contribuenti hanno la facoltà di far confluire una quota delle loro imposte nelle casse erariali, finanziando, in modo indiretto, alcuni progetti che vengono portati avanti dallo Stato (per situazioni specifiche) oppure da una serie di enti religiosi, che devono rientrare tra le religioni ammesse alla distribuzione dell’8 per mille stesso.

A differenza di quanto previsto per il 5×1000, pur essendo una forma di autofinanziamento sfruttato da enti e organizzazioni (vedi anche Finanziamenti per associazioni), l’elenco dell’otto per mille è “chiuso” e stabilito dalla stessa legge che ne ha sancito il funzionamento.

Chi può versare e ricevere l’otto per 1000?

Tutti i contribuenti possono scegliere di riempire lo spazio relativo al versamento volontario dell’8×1000. A riguardo la scelta è semplice, dal momento che i beneficiari sono già specificati nell’apposito modulo (ad esempio Chiesa Cattolica, Valdesi, Avventisti, Unione buddisti, Induisti, Chiese Ebraiche, ecc) per un totale di 12 possibili alternative.

Una delle voci è rappresentata dallo Stato. A riguardo, nonostante la richiesta di estendere l’impiego di una parte dell’otto per mille anche all’edilizia scolastica, l’impiego viene ancora garantito per i rifugiati, per la salvaguardia dei paesaggi, per fronteggiare la fame nel mondo, ecc.

Come funziona il versamento?

La firma non prevede un pagamento diretto del contributo, ma semplicemente si chiede all’erario di dirottare una quota delle proprie imposte verso il beneficiario designato. Questo poi non porterà avanti direttamente i progetti (anche lo Stato assegna i fondi a coloro che risultano accreditati e che ne fanno specifica richiesta), ma li riserverà internamente per finanziare i progetti che intende portare avanti, secondo criteri di priorità strettamente personali.

Sulla mancanza di trasparenza, da questo punto di vista, sono nate varie polemiche, che hanno spinto alcune organizzazioni a creare degli strumenti di maggiore trasparenza, rendendo noti i progetti che si vogliono finanziare, anche se il tutto rimane ovviamente relativo.

Per la parte gestita dallo Stato si possono conoscere i requisiti che di anno in anno vengono stabiliti dall’esecutivo nelle apposite sezioni del sito istituzionale (ad esempio in questa pagina per quelli del 2015 relativi ai redditi 2014 http://presidenza.governo.it/DICA/OTTO_X_MILLE_2014/), mentre per le varie comunità religiose bisogne riferirsi in modo specifico a quella che è stata scelta. Non è infatti possibile ripartire il contributo ma bisogna fare una scelta univoca, che può essere ovviamente cambiata di anno in anno.