Prestiti aziendali per liquidità: quali sono le reali alternative?

Per la salute finanziaria delle società e delle aziende una giusta liquidità costituisce un requisito fondamentale. Per questa ragione le banche principali prevedono vari servizi finanziari che possono essere raggruppati nella definizione di prestiti aziendali per liquidità, come ad esempio gli anticipi su fatture e factoring, le aperture di credito, i finanziamenti creati ad hoc oppure quelli più tradizionali.

La tipologia più adatta al tipo di attività svolta (che può avere un maggiore o minore carattere di stagionalità) e la durata del finanziamento dipendono da vari fattori che possono essere valutati solo da chi gestisce l’azienda con l’ausilio di un consulente bancario, così da trovare la soluzione più adatta a ogni tipo di necessità.

Le soluzioni standard, quelle agevolate e quelle di urgenza

Tra le soluzioni proposte dalle varie banche troviamo generalmente una serie di prodotti (e servizi accessori collegati) che risultano preconfezionati, ma che allo stesso tempo sono dotati di un certo grado di personalizzazione in base a:

  • dimensioni della società o azienda (per esempio partita Iva singola, società di persone, di capitali, numero di dipendenti);
  • volume di fatturato annuo e periodico (importante soprattutto in caso di attività con carattere prevalentemente stagionale);
  • bilanci degli esercizi precedenti (la media considerata è di 5 anni, ma possono essere previste anche durate differenti);
  • tipologia di rapporti che si hanno con la banca (altri prestiti o mutui);
  • patrimonio disponibile.

Non è invece semplice trovare soluzioni di tipo agevolato (ovvero che facilitino l’accesso a chi ha difficoltà ad ottenere finanziamenti tradizionali) che possono essere fatte rientrare nella definizione prestiti aziendali per liquidità. Stesso discorso per i prestiti caratterizzati da procedure da attivare in caso di urgenza, a meno che si verifichino eventi davvero eccezionali. Tali soluzioni possono generalmente interessare una macroarea (per esempio determinate zone disagiate del mezzogiorno o delle isole) oppure avere respiro nazionale (le misure per fronteggiare la crisi dovuta alla diffusione del covid 19 ne sono un esempio recente).

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Le misure di urgenza hanno comunque sempre carattere specifico e limitato nel tempo, e non vengono prorogate oltre il momento di necessità assoluto che ha portato alla loro approvazione. Non solo, l’iniziativa non è rimessa alle singole banche ma deve essere supportata da interventi legislativi e normativi delle istituzioni politiche nazionali o almeno territoriali (per cui dipendono da stanziamenti e fondi appositi).

È quindi chiaro che un’azienda in condizioni normali deve concentrarsi sui prestiti standard, prediligendo le soluzioni dedicate proprio alla gestione delle fasi di illiquidità. Vediamo le varie tipologie disponibili.

Le aperture di credito

La soluzione più semplice da trovare è quella delle aperture di credito, che non sono altro che dei ‘fidi’ che la banca mette a disposizione delle società e aziende, personalizzando gli importi di cui hanno bisogno. Possono essere previste tipologie a revoca (quindi senza un limite di tempo prestabilito) oppure a tempo determinato (con una data di scadenza oltre la quale può essere possibile richiederne il rinnovo).

La banca mette a disposizione del suo cliente una linea di credito di importo pattuito a cui l’azienda può attingere andando in rosso sul conto corrente. I fondi utilizzati vengono poi rimborsati appena possibile con bonifici o accrediti.

Il costo comprende la messa a disposizione della linea (possono essere previsti costi accessori come quelli di istruttoria), la commissione per l’apertura di credito e l’applicazione di interessi sulle somme utilizzate calcolati per il periodo di tempo ‘in rosso’. Tali aspetti commissionali sono generalmente personalizzati a seconda dei differenti parametri che vengono applicati dalle varie banche anche in base alle caratteristiche dell’azienda.

E’ quindi essenziale informarsi direttamente con la banca presso la quale si ha un conto corrente. In caso di condizioni non particolarmente soddisfacenti, prima di cambiare banca bisogna informarsi sull’anzianità eventualmente richiesta prima di concedere un’apertura di credito perché potrebbero esserci delle limitazioni a riguardo.

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Quali alternative?

All’interno degli ‘anticipi’ possiamo trovare varie tipologie che possono essere raggruppate secondo le seguenti forme:

  • fido di anticipo per cassa: le somme sono calcolate in funzione della capacità di rimborso dell’impresa e delle dimensioni dei relativi fabbisogni di circolante;
  • fido di anticipo sui crediti: può essere pro solvendo (quindi l’azienda è liberata solo quando il suo debitore ha rimborsato alla banca il totale dei crediti ceduti a essa) o pro soluto (l’intero rischio passa alla banca fin da subito). In questo caso la linea di credito è data dall’ammontare dei crediti ceduti al netto di uno ‘sconto’ (che viene definito a seconda della data di scadenza dei crediti stessi perché siano esigibili). Tuttavia non tutti i tipi di credito possono essere ceduti.

Prestiti specifici per liquidità

Alcune banche offrono la possibilità di richiedere veri e propri prestiti da rimborsare anche con modalità rateale e un piano di ammortamento variabile che in generale tende a essere breve. Banche di queste tipo sono per esempio Unicredit e Intesa Sanpaolo. Per quanto riguarda quest’ultima troviamo il cosiddetto prestito Circolante Impresa che, nella versione Smart, può essere richiesto anche online mentre il piano di ammortamento si ferma a 18 mesi meno un giorno.

(Fonte: sito ufficiale Intesa Sanpaolo – Data: 9 settembre 2020)

Si tratta di soluzioni da richiedere una tantum per riequilibrare il capitale circolante a seconda dei cicli della propria attività come ad esempio in caso di:

  • acquisti ‘eccezionali’ per la ricostituzione delle scorte;
  • pagamento dipendenti in caso di scarsa liquidità, ad esempio nel caso della 13° e 14° mensilità;
  • copertura delle imposte in occasione delle scadenze fiscali.

È bene informarsi presso la propria banca per sondare la presenza di questo tipo di soluzioni e parlare con un consulente per trovare l’alternativa più adatta al momento specifico dell’azienda e al fabbisogno strutturale (valutato anche sulla base degli esercizi precedenti).