La necessità di spingere verso un’economia più eco-sostenibile, sta promuovendo un ritorno innegabile ‘alla terra’. Tra le “colture” e gli allevamenti destinati ad ottenere gli incentivi in modo più costante nel prossimo futuro troviamo quello delle lumache (visto il loro utilizzo anche nella cosmesi oltre che nell’ambito alimentare).
Per questo coloro che sono alla ricerca di un sostegno per avviare un’attività legata all’ elicicoltura, riusciranno quasi sempre a trovare finanziamenti, in parte proposti privatamente dalle grandi banche (in Sicilia Unicredit si è mostrata molto ben disposta nei confronti di questo settore), ma soprattutto provenienti dai fondi europei (vedi anche Finanziamenti europei).
Fatte queste premesse generali vediamo invece come il 2020 rappresenti un anno di ‘confine’. Infatti gli stanziamenti, soprattutto legati alle zone rurali ed alle attività agricole e zootecniche, avvengono con cadenza quinquennale a seguito dell’approvazione dell’apposito piano da parte della Ue. Quest’ultimo stabilisce anche l’ammontare dei vari fondi oltre che i criteri di priorità (per esempio con preferenza per l’Italia delle zone del sud, come Sardegna, Puglia, Campania, ecc). Viene anche deciso in che percentuale il finanziamento sarà a fondo perduto, e con quali modalità (conto capitale o conto interessi).
Il piano relativo a questa parte di finanziamenti per l’elicicoltura è stato approvato nel 2014 e scadrà proprio nel 2020, per cui possiamo trovare bandi già chiusi, o assegnazioni che sono nella fase finale. Di contro, difficilmente troveremo nell’immediato risorse fresche. Il discorso cambierà, forse, con il nuovo piano che verrà approvato a partire dal 2021.
Come appena detto, per l’ elicicoltura i finanziamenti “europei” sono già stati programmati e stanziati per l’intero periodo che va dal 2014 al 2020. Dalla metà del 2015, ma soprattutto con l’inizio del 2016 ci sono stati i primi bandi di assegnazione che le varie Regioni hanno cominciato a mettere in campo. A riguardo si incontra il limite dell’autonomia con cui le varie Regioni stanziano i fondi e stabiliscono le condizioni e i requisiti di accesso (quindi ci si deve informare presso la propria zona di riferimento).
Inizialmente poche Regioni hanno approvato delle vere e proprie leggi in materia (come il caso del Veneto), poi vi sono quelle che vantano una tradizione decennale (come il Piemonte con l’Istituto Nazionale di Elicicoltura con sede a Cuneo), e quelle che invece evidenziano un forte legame con tutte le risorse provenienti dall’agricoltura (come Puglia, Sicilia e Calabria) dove le giunte si sono attivate in tempi tutto sommato ragionevoli nelle approvazioni dei bandi di assegnazione.
In Sicilia si è arrivati recentemente al momento di conoscere la graduatoria finale di assegnazione dei fondi per un bando regionale che, ricordiamo, offriva una percentuale di finanziamento a fondo perduto del 50% (aumentato al 60% nel caso di giovani allevatori).
Al di là quindi delle varie differenze inevitabili, il punto fermo di questo genere di finanziamento è dato dal fatto che si punta su prestiti a fondo perduto non al 100%, ma con percentuali comunque interessanti, che arrivano, e in taluni casi superano, il 60% (agevolando soprattutto i più giovani).
Trattandosi di un settore non nuovo, ma che negli ultimi anni vanta una fiammata di interesse, il principale interlocutore (anche per conoscere le dimensioni del terreno, la tipologia delle strutture, ecc) rimane la Coldiretti. A livello locale non sempre si trovano persone preparate, ma a livello nazionale ci sono esperti che contribuiscono anche tramite convegni, incontri, ecc.
Per reperire informazioni dettagliate, per farsi un’idea circa le somme da investire, la redditività di questo tipo di allevamento o su come organizzarsi per la selezione dei riproduttori, è utile consultare il sito dell’Istituto Internazionale di Elicicoltura .
Per quanto riguarda i finanziamenti offerti direttamente dagli istituti di credito ci si può rivolgere in primo luogo alla propria banca per verificare se propongono finanziamenti dedicati al settore agricolo (del quale fa parte anche l’elicicoltura rientrando in allevamenti zootecnici). In alternativa è possibile riferirsi alle grandi banche che generalmente hanno una certa attenzione per ogni tipo di settore ‘commerciale’, tra cui quello agricolo, che in Italia raccoglie ancora un certo livello di interesse.