Ci sono differenti livelli di finanziamenti di natura pubblica per agriturismi, che si svolgono a livello nazionale e regionale. Questi ultimi principalmente possono essere eventuali oppure previsti per stimolare la loro diffusione nelle zone considerate svantaggiate.
A livello nazionale bisogna rifarsi alle leggi sull’imprenditoria dei giovani e su quella delle donne. Per quanto riguarda i finanziamenti regionali il discorso si discosta, perché sono previste delle forme specifiche di stanziamento (che possono essere a fondo perduto in conto capitale o in conto interessi), ma devono sussistere tutte le condizioni per poter parlare realmente di agriturismo e non di “turismo rurale”.
Spesso si attribuisce erroneamente lo status di agriturismo a quelle strutture di tipo ricettizio, offerte sotto varie forme come ad esempio il servizio bed&breakfast, oppure soggiorni e servizi di ristorazione.
In realtà è necessario che l’attività di ricezione, somministrazione di pasti e bevande venga fatto in modo collaterale con la principale attività che deve rimanere quella di imprenditore agricolo. Quindi la prima condizione fondamentale è che per aprire un agriturismo bisogna essere titolari di un’azienda agricola (vedi anche Prestiti per aziende in difficoltà).
E’ quindi importante che l’attività agrituristica sfrutti i beni prodotti dall’azienda agricola stessa, potendone rappresentare solo il valore aggiunto, e in nessun caso sostituirsi ad essa. Se si hanno questi requisiti si deve richiedere l’iscrizione nell’apposito registro regionale e ottenere l’autorizzazione dal comune in cui l’azienda si trova.
In mancanza di questi requisiti non si vedrà la propria domanda accettata al momento di presentazione ad uno dei bandi preposti all’assegnazione dei fondi.
La legge prevede che per le zone che hanno i requisiti necessari per il successo dell’attività agrituristica, (generalmente montagne, mare, paesaggi di particolare valore, ecc) le regioni possano prevede lo stanziamento di fondi atti a sostenere o avviare un agriturismo.
Tuttavia vanno privilegiati gli stanziamenti di fondi nelle zone svantaggiate. Per queste ragioni alcune Regioni vedono assegnati fondi con maggiore frequenza (come in Calabria, in Sicilia, oppure Lazio o Puglia). In entrambi i casi lo stanziamento e le modalità di assegnazione vengono stabilite dalla giunta regionale che approva ciascun provvedimento con propria delibera, mentre le modalità di adesione, i documenti da presentare, le spese considerate ammissibili e in generale i termini del finanziamento saranno riportati nello specifico bando.