Pace fiscale: cosa dice il decreto per il 2024

La legge Bilancio 2023 ha introdotto una Nuova Pace Fiscale, già annunciata in campagna elettorale dalle forze guidate dalla Presidente del Consiglio Meloni. Si tratta di un provvedimento che ha ripreso in parte iniziative degli anni precedenti. Vediamo quindi quali sono state le ultimissime novità introdotte.

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Cosa prevede la Pace Fiscale 2023?

caricatura di donna che fugge da cartella di tasse

Per la Rottamazione Quater è stata scelta una soluzione semplificata rispetto alla precedente Rottamazione Ter, per cui la strada si è mostrata meno tortuosa in fase di approvazione. Di contro i tempi di ‘richiesta’ sono stati ridotti ai minimi termini.

Ancora una volta la ‘Pace Fiscale’ prevede la ‘Definizione Agevolata’ e lo Stralcio delle cartelle, a seconda del tipo e del periodo a cui si riferiscono i carichi pendenti con l’Agenzia delle Entrate. Cerchiamo di capire come procedere e chi può rientrare in queste due procedure.

La Definizione Agevolata

Riguarda i debiti con il fisco che interessano il periodo che va dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, compresi quelli inseriti in rottamazioni precedenti. Aderendo a questa procedura agevolata il contribuente può estinguere i debiti iscritti a ruolo senza sostenere gli interessi e le sanzioni, gli interessi di mora e la commissione detta ‘aggio’, ma solo l’importo originariamente dovuto e le spese per le procedure esecutive e i diritti di notifica di cartelle, avvisi bonari ed accertamenti con adesione, ecc. Fanno eccezione le sanzioni amministrative, per le quali l’agevolazione riguarda solo gli interessi, e l’aggio.

Gli importi potranno essere pagati:

  • in un’unica soluzione, entro il 31 luglio 2023;
  • rateizzati in 5 anni, con un tasso di interesse del 2%, dove le prime due rate (pari al 10% del totale) si pagano con scadenza il 31 luglio e il 30 novembre 2023 mentre le restanti 16 rate: il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024.

Approfondimento: Prestiti per aziende in difficoltà.

N.B. Bisogna aderire alla Definizione Agevolata entro il 30 aprile 2023 con una dichiarazione di adesione inviata per via telematica (la risposta arriverà entro il 30 giugno 2023).

Non tutti debiti possono rientrare nella Definizione Agevolata come ad esempio le multe non pagate a seguito delle condanne penali od ancora legate ad enti di previdenza privati, a meno che questi abbiano effettuato un’apposita comunicazione entro il 31 gennaio 2023. Tali Enti nel particolare sono:

  • ENPAV – Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei veterinari;
  • CNPA FORENSE;
  • ENPAB – Ente nazionale dei biologi;
  • INPGI “GIOVANNI AMENDOLA” – Istituto nazionale di previdenza ed assistenza dei giornalisti italiani;
  • CNPR – Cassa Ragionieri.

Lo stralcio

La legge Bilancio 2023 ha stabilito che per i carichi fino a 1000 euro affidati all’Agente della riscossione dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali, relativi al periodo che va dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 è applicato l’annullamento automatico. Tale importo, che può essere anche di un debito maggiore ma di cui si considera il debito residuo, è comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni. Anche qui c’è un’eccezione per gli enti creditori diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali per i quali:

  • lo “Stralcio” riguarda solo le sanzioni e gli interessi, compresi gli interessi di mora, ma tutto il resto sarà dovuto (capitale, somme maturate a titolo di rimborso delle spese relative alle procedure esecutive e alle spese di notifica delle cartelle);
  • per le sanzioni per violazioni del Codice della strada e le altre sanzioni amministrative lo “Stralcio” è solo per gli interessi (non annulla le sanzioni e le somme maturate per le procedure esecutive e di notifica della cartella).

Approfondimento: Guida al microcredito.

Attenzione! Gli enti creditori diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali possono non applicare lo “Stralcio” comunicandolo all’Agente della riscossione entro il 31 gennaio 2023.