I prestiti prevedono tempi di erogazione molto diversi tra loro: un prestito finalizzato può ottenere il via libera nel giro di decine di minuti, quello personale generalmente in qualche giorno mentre nel caso di una cessione del quinto (dello stipendio o della pensione) il discorso può allungarsi e comprendere alcune settimane.
In quest’ultimo caso i tempi non possono essere comunque ben definiti dal momento che ci sono più soggetti coinvolti già durante la fase di istruttoria e comunque prima di arrivare all’esito e all’eventuale erogazione. Vediamo quali sono i fattori che possono incidere di più, e quali sono quelli sui quali può agire direttamente il dipendente o pensionato che vuole fare la richiesta della cessione, così da cercare di velocizzarne l’iter.
1)Preventivo on line o tradizionale: qual è il più veloce?
Come per ogni altro tipo di finanziamento, anche nel caso dei tempi di erogazione per una cessione del quinto bisogna iniziare dal momento in cui si richiedono i preventivi ufficiali. Già a questo punto ci possiamo trovare di fronte a due possibili situazioni:
Nella maggior parte dei casi si dovrà infatti attendere il contatto di un consulente, dal quale scaturirà poi il calcolo del preventivo personalizzato di cessione del quinto. Per accelerare l’ottenimento del preventivo è logicamente necessario avere già a disposizione i documenti minimi richiesti. Questi sono consultabili generalmente andando sui siti degli istituti di credito oppure telefonando ai contatti appositi e chiedendo a un operatore ciò che servirà come documentazione ‘base’.
2) Richiesta ufficiale
Una volta ottenuto il preventivo che è più in linea con ciò che si sta cercando (come importo, tassi, costi, presenza dell’assicurazione a carico proprio o della banca, ecc), e dopo aver ricevuto la consulenza (gratuita e senza impegno) si deve decidere se passare alla richiesta ufficiale o meno della cessione del quinto.
Anche in questo caso per evitare ritardi è bene avere con sé tutti i documenti necessari così da allegarli al contratto che deve essere firmato, e quindi attendere i tempi di valutazione della pratica. A questo punto il richiedente non ha più alcun peso nella determinazione dei tempi (o degli eventuali ritardi), poiché si passa alla fase che metterà in contatto la banca o la finanziaria con l’ente previdenziale (pensionati) oppure l’amministrazione del dipendente richiedente.
3) Documenti del datore di lavoro o ente pensionistico
La banca o la finanziaria, una volta ricevuta la documentazione del richiedente e ricevuto il contratto di richiesta firmato, si deve mettere in contatto con il datore di lavoro o l’ente previdenziale. Questi devono fornire dei documenti necessari a portare avanti la fase di valutazione.
Se ci si rivolge a Istituti di credito convenzionati con l’Inps, si può contare sul fatto che esistono dei canali aperti che permettono alla banca di accedere direttamente ai documenti che altrimenti dovrebbero essere forniti dall’Inps stesso. Lo stesso accade nel caso dei prestiti in convenzione con grandi aziende dove la banca può sfruttare dei canali privilegiati (questo avviene soprattutto con le grandi banche come ad esempio Bnl, Unicredit, ecc).
In questa fase non si possono stimare in maniera precisa i tempi di risposta che tra le altre cose possono incidere molto su tempi di erogazione della cessione del quinto. Se si hanno buoni rapporti con coloro che lavorano nella propria amministrazione si può cercare di sollecitare personalmente un’azione più rapida, ma si tratta di pura cortesia che non garantisce un’effettiva velocizzazione dei tempi di risposta.
4) Conclusione dell’istruttoria
Una volta completata la documentazione fornita dal richiedente con quella a carico dell’amministrazione o ente pensionistico, la banca o la finanziaria deve attendere anche la conclusione della fase di valutazione sullo stato di salute del richiedente da parte dell’assicurazione (approfondimento Polizze CPI). In quest’ottica è possibile subire alcuni rallentamenti in caso di richiesta dell’RVM da parte dell’assicurazione stessa a pensionati anziani od a chi si trova in uno stato di invalidità riconosciuta.
Il cosiddetto rapporto di visita medica consta nella compilazione di un apposito modulo da parte del medico di famiglia del richiedente con cui si attesta ufficialmente lo stato di salute. In base all’RVM il soggetto assicuratore deve decidere se accettare o meno la richiesta di cessione del quinto.
Anche in questo caso non si può fare una stima precisa dei tempi, che comunque tendono ad essere (a meno di problematiche da valutare con maggiore attenzione) mediamente brevi. Una volta conclusa anche questa fase, se l’istituto di credito decide di erogare la cessione del quinto, si deve poi attendere la fase conclusiva che prevede di nuovo l’intervento del datore di lavoro o dell’ente pensionistico, per la vidimazione delle modalità di pagamento (anche in questo caso i tempi di risposta non si possono stimare con certezza). Per sopperire a un possibile ulteriore ritardo diverse banche e finanziarie tendono a concedere una prima somma a titolo di anticipo.
Come è evidente da quanto evidenziato all’interno dell’articolo i tempi di erogazione della cessione del quinto dipendono da molti fattori. La tempistica media indicata dai vari siti si aggira intorno ad un paio di settimane, ma come già detto questa si può allungare anche di diversi giorni in più. A prescindere dall’istituto di credito scelto (Bnl piuttosto che Unicredit, Findomestic oppure IBL, ecc) ciascuna richiesta di cessione ha una storia a sé e la stessa situazione difficilmente si potrà ripetere in modo standardizzato.
La sola cosa che possiamo fare è quella di dire chiaramente le nostre esigenze a un consulente, e accontentarsi dei tempi stimati che potrà fornirci, e quindi valutare poi il proprio caso in modo del tutto personale.