DPR 180/1950: la legge che ha aperto la strada alla cessione del quinto

La cessione del quinto è oggi una delle forme di finanziamento più conosciute e regolamentate in Italia. La sua origine risale al DPR 180 del 1950, un decreto che ha fissato le prime regole per chi desiderava ottenere un prestito da rimborsare tramite trattenute dirette sullo stipendio.

All’epoca, la misura era pensata esclusivamente per i dipendenti pubblici e statali. Solo con la riforma del 2005 l’accesso è stato esteso ai pensionati e ai lavoratori del settore privato.

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Cosa stabiliva il DPR 180/1950

Il decreto del 1950, integrato dal successivo DPR 895/1950, ha definito le modalità con cui i prestiti potevano essere concessi a chi aveva un reddito fisso.

L’obiettivo era duplice: offrire una forma di credito sicura agli istituti finanziari e, allo stesso tempo, impedire che il debitore si indebitasse oltre misura.

Le regole principali introdotte sono:

  • Quota cedibile: massimo un quinto (20%) dello stipendio netto mensile.
  • Durata: non oltre i dieci anni.
  • Una sola cessione: consentita unicamente una cessione attiva, con la possibilità per i dipendenti di affiancare la delega di pagamento per arrivare fino al 40% del reddito.
  • Compatibilità con altre trattenute: la cessione è ammessa anche in presenza di pignoramenti, se resta spazio nella quota cedibile.
  • Rinnovo: può essere chiesto dopo un periodo minimo di ammortamento (2 anni per i contratti quinquennali, 4 per i decennali).
  • Estinzione anticipata: sempre consentita, con possibilità di sottoscrivere un nuovo finanziamento.
  • Assicurazione: obbligatoria fin dall’origine. Per i dipendenti copre sia il rischio di morte sia la perdita del posto di lavoro.

Dal 2005 nuove aperture: legge 80

Per decenni, la cessione è rimasta un privilegio riservato al pubblico impiego. Con la legge 80/2005, il legislatore ha cambiato le regole:

  • i dipendenti privati con contratto a tempo indeterminato hanno potuto iniziare a richiedere la cessione del quinto;
  • i pensionati sono stati ammessi a loro volta, con l’obbligo di stipulare una polizza vita a garanzia del rimborso.

Da quel momento la cessione del quinto è diventata uno strumento accessibile a un bacino molto più ampio di cittadini.

Domande frequenti

Chi può accedere oggi alla cessione del quinto?
Dipendenti pubblici, statali, privati a tempo indeterminato e pensionati.

Qual è la rata massima consentita?
Non oltre il 20% del reddito netto. Solo i dipendenti, con la delega di pagamento, possono arrivare al 40%.

Qual è la durata massima?
Fino a 120 mesi.

È sempre prevista un’assicurazione?
Sì. Per i dipendenti copre morte e perdita del lavoro, per i pensionati solo il decesso.

Perché questa legge resta un punto di riferimento

La normativa del 1950 ha gettato le fondamenta di una forma di credito che, ancora oggi, resta tra le più utilizzate e sicure. Con la riforma del 2005 la cessione del quinto è stata democratizzata, estendendo il diritto di accesso anche ai pensionati e ai lavoratori privati.

La legge 180/50 continua quindi a rappresentare il quadro normativo di base: garanzie certe per chi presta il denaro, protezioni solide per chi lo richiede.

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