Bollette non pagate: cosa succede ai clienti morosi

Le bollette non pagate oggi rappresentano un problema che non coinvolge più solamente il fornitore dei servizi, l’utente moroso e le società specializzate nel recupero crediti. Oggi infatti interessano tutti gli utenti, soprattutto quelli non morosi, visto l’aumento del costo della propria bolletta dovuto proprio alla presenza di una voce che rimanda alla suddivisione ‘pro quota’ delle somme che non sono state pagate.

Che cosa succede quando non si pagano le bollette?

Il fornitore è obbligato a inviare all’utente la bolletta dell’utenza, che deve riportare tutti i dati relativi al calcolo dell’importo fatturato con la suddivisione dei vari oneri e contributi di varia tipologia (ad esempio nel caso delle bollette della luce il contributo green, il canone Rai, ecc). Inoltre deve mettere in evidenza la voce relativa alla data di scadenza del pagamento della bolletta che non può essere inferiore a 20 giorni dalla data di invio.

Questa, in assenza di domiciliazione bancaria, deve essere attentamente valutata. Se infatti la bolletta non viene pagata entro questa scadenza quasi sicuramente sulla bolletta successiva ci saranno degli importi aggiuntivi relativi agli interessi di mora. Tali importi vengono calcolati in base ai giorni di ritardo, in funzione di un tasso ufficiale di riferimento (BCE) indicato nel contratto che viene aumentato in misura pari al 3,5%. In aggiunta possono essere richieste anche le altre spese sostenute, come ad esempio quelle di sollecito, postali, ecc.

Se la bolletta non viene pagata del tutto generalmente il fornitore intraprende una serie di azioni che servono per sollecitare il pagamento stesso, anche se in ritardo, fino ad arrivare anche a utilizzare, dove necessario, un’agenzia di recupero crediti.

Attenzione per quanto riguarda gli eredi: le bollette rientrano tra i crediti che vanno pagati dagli eredi, fermo restando che ci sono gli ovvi limiti dovuti all’aspetto dell’utenza che potrebbe essere staccata senza conseguenze.

Quali azioni possono fare i fornitori?

Come appena accennato se la bolletta non viene pagata entro un ritardo “accettabile” da parte del fornitore (ci possono essere tempi differenti tra Enel, Eni, Sorgenia,Tim, Vodafone, Acea ecc) allora questi intraprenderà una serie di azioni per sollecitare che avvenga il pagamento. Queste di norma prevedono una:

  • lettera non raccomandata via posta oppure e-mail (o entrambe le ipotesi insieme) per ricordare l’avvenuta scadenza e il fatto che la bolletta debba essere pagata perché ormai scaduta da diverso tempo sollecitando il pagamento per evitare di subire delle maggiorazioni dei costi;
  • lettera raccomandata con la quale si indica un nuovo termine per il pagamento della fattura dell’utenza. Questo non può essere inferiore a 15 giorni da quello della raccomandata (data di invio della A/R). Questa comunicazione ufficiale interrompe il termine di prescrizione;
  • comunicazione di sospensione dell’utenza (dato che potrebbe essere riportato anche nella suddetta raccomandata) in cui si dice che se il pagamento non avviene entro il giorno indicato, si procederà alla sospensione della fornitura.

Generalmente si passa prima a una riduzione del servizio intesa come potenza di fornitura nel caso di luce, gas e acqua o delle chiamate in uscita per le bollette telefoniche. Solo successivamente si arriverà al probabile stacco ma di norma ci devono essere più bollette non pagate.

Perché pagano gli utenti non morosi?

Il buco lasciato alle aziende di fornitura elettrica, gas, ecc, è stato quantificato in 200 milioni di euro. Si tratta di un problema che è cresciuto soprattutto in seguito alle nuove politiche del mercato libero non supportato da controlli adeguati. Infatti ci sono utenti che lasciano bollette non pagate e prima che arrivi lo stacco dell’utenza (o il recupero crediti) passano ad un altro fornitore. In questo modo il servizio continua a funzionare mentre le azioni che rimangono in mano ai creditori si riducono. Per questo motivo sono stati introdotti meccanismi di maggiore controllo che arriveranno alla creazione del Sii, ovvero il Sistema informativo integrato, che permetterà alle società elettriche di controllare se chi si rivolge alle loro offerte è un moroso presso altre utenze oppure no.

Prescrizione nuova ridotta

Se da una parte il governo è intervenuto per aiutare le aziende che erogano le forniture dall’altra ha voluto liberare gli utenti da un periodo eccessivamente lungo di conservazione delle bollette e dalle problematiche legate ad esempio a conguagli spesso pesantissimi legati a anni antecedenti a quello in cui avviene il ricalcolo stesso.

La prescrizione è stata infatti ridotta da 5 a 2 anni. Questo vale sia le bollette non pagate (per le quali non ci siano state interruzioni della prescrizione) che per i conguagli. Ciò però non toglie che se per tutte le utenze ora ci si può limitare a conservare le bollette solo per 2 anni, per quelle della luce si dovrebbero mantenere per almeno 10 anni, visto che c’è il pagamento della quota del canone Rai per il quale la prescrizione è appunto decennale.

Approfondimento: Prescrizione debiti.

La domiciliazione bancaria

In molti casi le bollette non pagate non sono conseguenza di dolo o problemi economici ma semplicemente di dimenticanze. A riguardo è quindi possibile attivare la domiciliazione bancaria attraverso cui la bolletta verrà pagata il giorno della scadenza con addebito automatico sul proprio conto (o laddove possibile carta prepagata con iban, carta di credito, ecc).

In molti casi il provider potrà anche prevedere benefit dedicati a questa tipologia di pagamento non ultima la restituzione del deposito cauzionale (come nel caso dei fornitori di energia elettrica) compreso d’interessi.