Delega pagamento rifiutata: i motivi principali

Il prestito con delega di pagamento, o cessione del doppio quinto, segue quasi le stesse regole della cessione del quinto, anche se questo ‘quasi’ può fare una grande differenza. Infatti si tratta di due prodotti simili nel funzionamento (trattenuta della rata in busta paga che viene poi versata all’ente creditore dal datore di lavoro o ente pensionistico), mentre per quanto riguarda i criteri di concessione le differenze possono essere notevoli. Andiamo ad analizzare i vari aspetti in modo da comprendere perché la pratica possa essere approvata oppure rifiutata.

Cessione del quinto e delega di pagamento messe a confronto

Ricordiamo che la cessione del quinto ha tre punti fermi è cioè:

  • rata di importo massimo pari al 20% (ovvero un quinto) dello stipendio netto percepito dal richiedente, che viene trattenuta a monte e poi rimborsata da chi l’ha trattenuta;
  • possibilità di richiesta solo per i dipendenti (pubblici e privati) o i pensionati (non sono ammesse le pensioni che non siano legate al mondo del lavoro);
  • valutazione sul possesso di requisiti oggettivi e soggettivi obbligatori, ma nessuna valutazione sul merito creditizio, né sulle motivazioni della richiesta.

La delega di pagamento rispetto alla cessione condivide solo il primo punto mentre per gli altri due abbiamo queste ‘variazioni’:

  • quasi tutte le banche e finanziarie che ne prevedono la concessione indirizzano l’offerta solo ai dipendenti, preferibilmente pubblici e statali. Ovviamente non mancano le eccezioni, ma sono al momento ancora poche per poter parlare di una casistica importante;
  • non c’è comunque la valutazione del merito creditizio, il che la rende richiedibile anche ad esempio ai cattivi pagatori, ma si verifica un valutazione del ‘datore di lavoro’ o dell’amministrazione di appartenenza.

Queste differenze sono importanti, perché possono alzare le percentuali in cui la richiesta di delega di pagamento venga rifiutata.

Ricordiamo inoltre che il prestito con delega prevede che si abbia una cessione del quinto già in corso. Quindi, molto semplicemente, se non si ha già la cessione del quinto in corso non si può passare a chiedere anche la cessione del doppio quinto.

rifiuto

Quali sono i motivi di rifiuto?

Può capitare che la delega di pagamento venga rifiutata. Vediamo le principali casistiche e perché si potrebbero verificare queste situazioni:

  • a differenza della cessione del quinto in cui il datore di lavoro prende atto della decisione del proprio dipendente e della banca di procedere alla concessione del finanziamento, con il prestito con delega invece la propria amministrazione può decidere di rifiutarsi di procedere. Non c’è il bisogno che fornisca una motivazione e basta che si opponga perché l’iter si interrompa. Questa è una delle cause più frequenti per le quali si arriva ad un rifiuto della richiesta. Ricordiamo comunque che il datore di lavoro percepisce normalmente un’indennità per l’accettazione del finanziamento che coprirà gli oneri amministrativi conseguenti alla relativa gestione;
  • la richiesta è stata fatta a una società (banca o finanziaria) che offre la cessione del quinto sia a dipendenti pubblici (o privati) e pensionati, ma la cessione del doppio quinto è disponibile solo per una categoria (come detto probabilmente quella statale). Per evitare di perdere tempo bisogna prima assicurarsi che sia aperta la possibilità di richiedere il prestito con delega anche alla categoria alla quale si appartiene dal punto di vista lavorativo;
  • per la banca o l’assicurazione il rischio è troppo elevato e da qui scatta il rifiuto. Essendo prevista la valutazione di merito del datore di lavoro, in presenza di parametri più severi, aumentano le possibilità di andare incontro al rifiuto;
  • infine, anche se non si considera il cumulo di debiti già in corso, può capitare che si abbia in corso già un pignoramento. Questo, aggiungendosi alla cessione del quinto, potrebbe far avvicinare l’impegno ‘debitorio’ del proprio stipendio alla soglia massima invalicabile per legge, pari a uno stipendio impegnato per una quota pari o superiore al 50%.

Che cosa si può fare

Per ridurre i rischi che la richiesta di prestito con delega di pagamento venga rifiutata si deve cercare con attenzione una società che abbia un atteggiamento meno rigido nella sua valutazione (logicamente a parità di convenienza e soprattutto sicurezza dell’istituto di credito). Detto questo, non ci sono dei ‘trucchi’ o degli accorgimenti che possono aumentare le possibilità di veder soddisfatta la propria richiesta.

cosa fare in caso di rifiuto

Si può eventualmente provare con un consulente che conoscendo abbastanza bene il settore in cui lavora potrebbe aiutare a trovare la soluzione più idonea, ma non si possono avere nemmeno in questo caso delle garanzie (anzi diffidiamo di chi ci dice che non ci sarà alcun tipo di problema e che sicuramente otterremo quanto ci serve).